In
gioco scelte di vita
E' il conflitto costante nei
tempi che viviamo: il rispetto della natura e il progresso, il futuro, l'agio
assoluto. La vicenda del villaggio Asparano è un aspetto di questo
conflitto, in piccolo, in una realtà territorialmente marginale quale è quella
siracusana.
Tuttavia è esemplare.
E come in tutti i conflitti ci sono i contendenti che a spada tratta difendono
le loro ragioni. Da una parte gli imprenditori.
Dicono: «Pensate ai benefici turistici, pensate a quanta occupazione, pensate
all'arricchimento di un vastissimo indotto».
Dall'altra gli ambientalisti.
Il loro urlo è: «Basta sfregi alla natura, basta distruzione dell'ecosistema».
Hanno ragione entrambi, da una parte la concretezza del presente e la
prospettiva di un futuro sempre più basato sulle realizzazioni dell'uomo,
dall'altra chi vorrebbe sempre la natura mediatrice delle buone e delle cattive
cose e l'uomo lontano, attento comunque a rispettare l'habitat, cioè la terra,
il mare, la flora, la fauna.
Fra i due contendenti e fra le opposte concezioni c'è chi si pone in mezzo. Ci
sono le amministrazioni, i magistrati, c'è soprattutto il cittadino, pubblica
opinione di cui sempre e comunque bisogna tener conto. Insomma questa vicenda
del megavillaggio Asparano potrebbe portarci lontano, molto lontano.
Potrebbe anche indurci a pensare che forse è il momento topico di questa
realizzazione giunta peraltro ad un punto assai avanzato. C'è uno scoglio, non
proprio inatteso, superato il quale si arriverebbe non solo al completamento
dell'opera ma soprattutto al consolidamento di un'idea: con o contro la natura,
con o contro le occasioni di un fantastico futuro. Insomma parliamo di scelte di
vita, di occasioni fondamentali per scegliere il proprio indirizzo civile.
Scelte difficili, che tuttavia bisogna fare.
Gigi Macchi