Nota
del Comitato per la difesa delle coste
«I lavori del villaggio
non dovevano iniziare»
«Non risponde al vero che il villaggio abbia avuto il nulla
osta del Consiglio comunale in quanto questo deve ancora pronunciarsi in merito
alle diverse osservazioni presentate sulla proposta di variante, la quale deve
poi essere approvata dagli organi regionali. La «fruizione del sito demaniale»
(purtroppo di limitata estensione) non è stata garantita dal Consiglio comunale
ma fortunatamente almeno fino ad oggi, è garantita, dalle legge. Proprio una
delle osservazioni presentate chiede anzi, prendendo atto che da decenni l'area
limitrofa a quella demaniale è destinata ai «pubblici usi del mare», di
sollecitare l'autorità marittima competente, a comprendere, nel demanio
marittimo, ai sensi degli art. 28 e segg. del Codice della navigazione, anche le
zone di proprietà privata di limitata estensione e di lieve valore ad esso
adiacenti (art.33 cod. cit)». Sono queste alcune delle considerazioni del
Comitato per la difesa delle coste alla notizia dell'avvio dei lavori per la
costruzione di un villaggio turistico ad Aasparano.
«La limitazione sostanziale per il cittadino comune - dice ancora il Comitato -
deriva dal fatto che la vasta area non demaniale prospiciente al golfo, prima
destinata per intero alla pubblica balneazione, diverrebbe secondo la variante
«di fruizione esclusiva del villaggio». Quanto all'area limitrofa ceduta al
comune il suo cambio di destinazione urbanistica va considerato non attuabile,
perché illegittimo, e con esso, quindi, anche la proposta di farne un parco
attrezzato di uso pubblico. E allora, in che mai consiste la pubblica «utilità»
di tutta l'operazione? Di estrema gravità va giudicato il fatto che siano
iniziati i lavori prima dell'approvazione della variante. E' vero che essi
dovrebbero aver luogo solo dove c'è conformità con le prescrizioni di piano,
ma è altrettanto certo che seguono un progetto che dall'approvazione della
variante dipende per intero. E' palese quindi la scorrettezza: verso il
consiglio, organo sovrano che non ha ancora adottato la variante, e del cui
voto, libero e non ipotecabile, non si tiene conto».