Asparano, lotta senza quartiere
Comitato
per la difesa delle coste preannuncia serie di iniziative
"Abbiamo il coraggio delle nostre idee e le porteremo,
se necessario, anche in Parlamento". L'avvocato Corrado Piccione, tra i
principali promotori del neo Comitato per la Difesa delle Coste, ieri, nel corso
di un incontro aperto al pubblico che ha avuto luogo alla Provincia regionale
aretusea, ha preannunciato una lotta senza quartiere in merito alla costruzione
del villaggio turistico Alpitour in zona Asparano. "Il nostro è un
comitato spontaneo, apartitico, costituito da cittadini di varia provenienza
ideologica - ha specificato Piccione - che si trovano uniti nella tutela di
valori essenziali come l'integrità delle nostre coste e dell'habitat
naturale". Valori che Piccione ha definito "irrinunciabili e
assolutamente preminenti su interessi di natura privatistica". L'incontro
si è poi sviluppato attorno alle proposte del Cdc che nel denunciare "il
rifiuto finora perseguito dall'amministrazione di volere definire un
qualsivoglia dimensionamento ai propri programmi" chiede, tra l'altro,
oltrechè la predisposizione da parte della Provincia regionale di "un
elenco di tutti i progetti in corso nel proprio territorio" anche per
esempio che venga riconsiderata "alla luce della situazione attuale,
diversa da quella di trent'anni fa" la questione delle aree C12 e infine,
rilancia la necessità di un dibattito più ampio sulla delicata tematica.
In particolare, Paolo Giansiracusa, ex assessore provinciale alla cultura con
delega Apit e anch'egli promotore del Cdc, nel corso del suo intervento, ha
evidenziato le motivazioni che hanno spinto alla costituzione di un Comitato
cittadino per la difesa delle coste siracusane e, più nel dettaglio, le ragioni
del parere negativo dello stesso, nei confronti del futuro insediamento
turistico in zona Asparano. "Ritengo necessario ricordare che l'area nella
quale dovrebbe sorgere il villaggio turistico è vincolata ai fini naturalistici
dalla Regione Siciliana - ha affermato Giasiracusa - in essa la facoltà di
biologia ed ecologia dell'Università degli studi di Catania ha individuato un
frammento rarissimo di macchia mediterranea nella quale crescono spontaneamente
piante estinte altrove; in secondo luogo, vorrei evidenziare che il territorio
costiero della provincia di Siracusa tra il 1960 e il 1980 è stato
completamente invaso da una edilizia residenziale selvaggia, oggi in gran parte
sanata, ma sotto utilizzata. Note a tutti sono le villette non più abitate,
nemmeno nel periodo estivo. Se dunque, di villaggio turistico vogliamo parlare
esso sorga con il recupero e la rimodulazione del costruito già
esistente".
Nell'analisi della tematica affrontata da Giansiracusa non è mancata la critica
e lo scetticismo nei riguardi di un possibile ritorno economico e occupazionale
da realizzarsi con l'insediamento del nuovo villaggio, in linea con quanto già
diffuso per mezzo di manifesti pubblici affissi in città da qualche giorno,
sempre a cura del Comitato. "Ogni iniziativa di incremento turistico e di
ricettività alberghiera - ha detto il presidente uscente dell'Azienda autonoma
per l'incremento turistico di Siracusa - va inquadrata nel Piano Turistico
Territoriale, ciò al fine di valutare l'impatto ambientale e le capacità di
carico. Il tutto va visto alla luce della convenzione siglata tra Comune,
Provincia e associazione degli albergatori. Interventi che non tengano conto
della programmazione e delle convenzioni sono solo azioni di disturbo degli
equilibri urbanistici, ambientali e naturalistici esistenti".
Giansiracusa ha, infine, definito "città nelle città" i villaggi
turistici. "Essi - ha concluso - non muovono l'economia del territorio
perché vivono risorse esterne e, in linea di massima, le esperienze conosciute
si fermano alle attività stagionali e non creano né occupazione locale, né
promozione dei prodotti e delle tradizioni tipiche del territorio". Nel
corso dell'incontro, ai presenti è stata consegnata anche una copia del vincolo
regionale in "rada di Terrazza-Arenella e della fascia costiera compresa
fra Capo Murro di Porco e Fontane Bianche" firmata nel dicembre dell'anno
scorso dall'assessore regionale Fabio Granata. In sostanza, il documento inviato
al Soprintendente ai Beni culturali aretuseo , come si ricorderà è una diffida
ad eseguire senza il preventivo nulla osta "qualunque intervento"
comunque capace di recare pregiudizio all'attuale stato dei luoghi compresi nel
territorio comunale di Siracusa e più in particolare nella zona succitata
giacchè eventuali interventi nell'area in questione e non controllati dalla
competente autorità di tutela "possono recare grave pregiudizio ,
compromettendone l'integrità, alle significative, molteplici, valenze che
caratterizzano detto territorio che costituisce un habitat dotato di caratteri
panoramici, naturalistici, geomorfologici, vegetazionali storici e archeologici
infungibili e che necessitano di adeguata conservazione".
E d'altra parte pare che la Soprintendenza nell'approvare il progetto del
villaggio, circa due mesi fa, abbia richiesto alla società che dovrà
realizzarlo una serie impressionante di varianti e condizioni, atte a preservare
le valenze naturali e paesaggistiche dell'area. Mentre ancora in ballo risulta
essere la variante urbanistica che dopo essere passata dal Consiglio comunale,
se ne dovrebbe discutere giorno 6, dovrà affrontare il Cru.
Graziella Ambrogio
Articolo tratto da La Sicilia on-line del 30/07/2002.